Il Maometto

Nei boschi della Bassa Valle Susa, la presenza dell'uomo è attestata dai numerosi ritrovamenti di cocci e ceramiche ma soprattutto dai numerosi massi coppellati sparsi un po' ovunque.
In Borgone Susa raggiungibile a piedi dopo aver percorso circa 400 metri si può raggiungere il Maometto, uno strano dio pagano nascosto nella selva; l'incisione è piuttosto deteriorata a causa degli agenti atmosferici ma mostra chiaramente un piccolo tempio all'interno del quale si trova un personaggio con un mantello sulle spalle e con le braccia levate al cielo; i valligiani lo hanno sempre chiamato Maometto ravvisandovi il profeta; per alcuni pare invece, si tratti di Annibale che durante una sosta arringava le sue truppe, torreggiando sull'alto masso.
L'opinione più attendibile è quella che vede in questa scultura Giove Dolicheno: ma andiamo con ordine e ritorniamo a Maometto e ai Saraceni che dal loro covo provenzale di Frassineto si spostavano e si muovevano liberamente per tutto il Piemonte, uccidendo e depredando: una cosa però, non potevano fare, non potevano riprodurre immagini di divinità e quindi cade la prima ipotesi.
In quanto ad Annibale ancora non sappiamo dove abbia valicato le Alpi con i suoi elefanti ma non possiamo escludere che si sia fermato in Valle con le sue truppe e che il personaggio raffigurato sia proprio lui.
L'ipotesi più valida rimane comunque quella legata a Giove Dolicheno, un dio venerato dai militi romani, nel I° e II° secolo d.C.; proprio attorno all'attuale Borgone, sorgeva il confine tra l'Impero romano e il Regno di Re Cozio, sulla via che portava alle Gallie; grossi contingenti di soldati mercenari che provenivano dalla città di Doliche in Siria, adoravano per l'appunto Dolicheno, divinità ittita, il cui culto si fuse con quello del romano Giove.
Questo dio era rappresentato barbuto e con un fulmine in una mano e un'ascia nell'altra, in piedi su un toro; dobbiamo proprio convenire che il bassorilievo ce lo mostra così.
Un altro reperto molto interessante che si trova nello stesso bosco, consiste in due macine di pietra che emergono a sbalzo dalla roccia, lasciate incompiute; il tipo di pietra è troppo friabile perché possa venire utilizzato in un frantoio... il masso è circondato da numerosi muretti di pietra sistemati senza alcun significato logico, come se si trattasse di un labirinto. Non sono certo le "lame" che i contadini pongono nel terreno per delineare una proprietà ma qualcosa che possiamo ascrivere ad un antico culto preistorico, infatti molto più in alto su alcune balze rocciose, sono state rinvenute tracce di insediamenti preistorici e numerosi cocci di ceramica alquanto rozza.
Molti altri reperti si trovano in questa interessantissima zona, ma sono abbandonati all'incuria. In questo momento si sta preparando un progetto per la salvaguardia di questi siti e per la formazione di nuovi sentieri culturali alla ricerca della nostra storia più remota.

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